mercoledì 28 dicembre 2011

MISHIMA Yukio - La dimora delle bambole

Oggi riprendo con gli articoli sul Giappone e lo faccio presentandovi una breve e semplice recensione, tutt'altro che accademica, di una raccolta di racconti del grandissimo scrittore giapponese Mishima Yukio.
La raccolta in questione si intitola "La dimora delle bambole" e ve la presento nell'edizione Einaudi, quella che io possiedo, un volumetto piccino che costa 9€.
Questa piccola raccolta è composta da 5 racconti brevi, il terzo dei quali le dà il titolo. Sono storie non collegate tra loro per quel che riguarda trama, personaggi, temi, ma tutte sono legate al filo rosso della scrittura di Mishima, uno dei più grandi autori giapponesi.
NOTIZIE SULL'AUTORE: Nacque a Tokyo nel 1925 in un'antica e prestigiosa famiglia di samurai; nascere e crescere in un ambiente che per secoli aveva difeso gli antichi valori dell'identità e giapponese, e che, altrettanto strenuamente ne aveva coltivato la cultura e le lettere, lasciò sul giovane Mishima (nato Iraoka Kimitaka) un'impronta molto profonda.
I grandi temi, in buona misura anche lo stile, della letteratura antica e classica giapponese si radicarono nel suo animo e fuoriuscirono, sotto una nuova veste, attraverso la penna di un giovanissimo scrittore, che li impresse mirabilmente in stupende pagine di letteratura e che nella vita privata portò la loro espressione e difesa al limite estremo, compiendo il rito del seppuku all'età di 45 anni nel 1970.
Delle riflessioni scaturite dalle sue letture dei classici, quelle sull'impermanenza del presente e della vita sono certamente state una grande fonte di ispirazione per le sue opere, insieme alla forza e all'influenza della dimensione spirituale, religiosa perfino, nonché la forza dello spirito e del sentimento genuinamente giapponese. Questo amalgama fu favorito anche dagli eventi storici che Mishima si trovò a vivere nell'arco della sua esistenza. In questo clima scrisse alcuni di questi racconti, tutti permeati da un senso di consapevolezza della caducità della vita e dall'idea che proprio da questa consapevolezza scaturisca la volontà di vivere ogni momento senza compromessi, come se fosse l'ultimo e l'unico.


STORIA DI UN PROMONTORIO: In questo racconto scritto nel 1945, gli eventi sono narrati attraverso gli occhi di un bambino che durante le vacanze si allontana dalla mamma, avventurandosi tutto solo per i sentieri e per i boschi di un promontorio. In questa sua scappatella, il piccolo Aki si imbatte in una giovane donna e nel suo compagno. Aki è ammaliato dalla bellezza eterea della ragazza e si affeziona profondamente a lei, che prende nei suoi pensieri e nel suo cuore il posto della sua adorata mamma. I due giovani lo coinvolgono, a sua insaputa, in un loro rituale che lo porterà a riconsiderare il suo rapporto con la ragazza e in generale con la vita e i sentimenti. Nel racconto assistiamo al duplice passaggio del bambino dalla fanciullezza all'età pre-pubere delle prime passioni e quindi, alla fine, a un momento di incontro/scontro con la realtà della vita e dei sentimenti. È un passaggio un po' brusco e surreale dall'età della fanciullezza a quella del sentiero adulto.

IL PRINCIPE KARU E LA PRINCIPESSA SOTŌRI: Il secondo racconto è il più lungo di questa raccolta e anche quello che più risente delle letture classiche del giovane Mishima, delle antiche opere della letteratura giapponese. La vicenda è ambientata infatti nel Giappone antico, nel tempo del leggendario imperatore Tennō che visse nel V secolo, e riguarda il principe Karu, figlio dell'imperatore, e la principessa Sotōri, sorella minore dell'imperatrice, di cui l'imperatore si era invaghito. Il loro incontro e la loro storia nascono da sentimenti e comportamenti proibiti e inappropriati per poi trasformarsi in un sentimento profondo e puro, tanto da spingerli a sfidare la morte e la vendetta, gli intrighi della corte e dei familiari. Il loro cammino è costellato di dolori, ostacoli, paure e sofferenze, ma riserva ai nostri regali protagonisti momenti di profonda e intensa felicità ed emozione. La forza del loro sentimento porterà comunque al superamento di odi, conflitti, tanto per la sua natura eterna quanto per la sua capacità di mostrare come tante delle preoccupazioni umane siano vane. È un racconto che ci narra la forza e la natura tangibile dell'amore in un mondo cronologicamente lontano, in cui ancora si crede agli spiriti, ai demoni, all'animismo, al prender vita di emozioni e sentimenti che assumono una forma visibile, tangibile e interagiscono direttamente con noi. I temi sono affrontati da un punto di vista fortemente improntanto a quella riflessione sulla vanità del dolore, che si può esorcizzare solo con la morte, come Mishima stesso praticò in vita.

LA DIMORA DELLE BAMBOLE: Il racconto che dà il titolo alla raccolta è piuttosto surreale e narra gli eventi di cui è protagonista l'anonimo narratore il tre di marzo. Non si tratta di un giorno qualunque: è infatti il giorno dell'Hina Matsuri, le festa delle bambole, antichissima festività dedicata in seguito anche alle bambine, ma che in origine voleva esorcizzare il male all'arrivo della primavera. All'uscita da un pachinko (una sala giochi giapponese) il nostro anonimo protagonista viene seguito da una ragazzina e lui a sua volta segue la fanciulla fino a casa sua, fuori Tokyo, dove lei e la sua mamma hanno preparato l'altare delle bambole per festeggiare la ricorrenza. Sebbene lui ne sia ignaro, è stato portato lì per uno scopo preciso: scoprirà presto di che si tratta. Le due donne saranno in ogni caso una presenza fugace nella sua vita: il giorno dopo lui torna a casa e non le rivedrà più, sebbene, in autunno, dopo mesi, egli quasi d'impulso torni alla casa della piana di Musashi in cerca della ragazza e di sua madre, solo per scoprire tutta la verità sulla loro identità e la loro vita.

IL MARE E IL TRAMONTO: Anche questo racconto è ambientato nel passato: siamo nell'era Bun'ei (seconda metà del XIII secolo) a Kamakura e le vicende narrate hanno come fulcro il rapporto tra il vecchio guardiano del tempio di Kenchōji e un fanciullo del villaggio, sordomuto e deriso dai coetanei. Nonostante questo notevole ostacolo i due hanno sviluppato tra loro un codice comunicativo e un rapporto di profonda fiducia reciproca, che porta l'anziano Anri a raccontare al ragazzino l'incredibile storia della propria vita, durante la quale era giunto ancora bambino nel lontano Oriente dalla Francia al tempo delle Crociate. Mentre racconta, sono seduti in cima a un monte che guarda verso il mare. Il mare è per Anri veicolo di ricordi, ma anche di serenità presente e futura e il suo racconto termina quando il sole del tramonto si immerge nel mare, lasciando il passo ad un'avvolgente oscurità che getta però luce sulla realtà del presente: è scesa la notte e il bambino si è addormentato.

BIGLIETTI: La vicenda dell'ultimo racconto è imperniata sull'ossessione di Sen'ichirō che odia profondamente Tani, l'orologiaio, poiché è convinto che questi abbia sedotto sua moglie spingendola poi al suicidio. Durante la riunione mensile dell'associazione dei commercianti e artigiani della zona, il sarto Sen'ichirō decide di affrontare Tani e provarne la colpa, e crede di avere un'opportunità per smascherarlo invitando tutti al luna park con dei biglietti omaggio. Il percorso del tunnel buio del luna park si configura però come un percorso interiore per Sen'ichirō, che giungerà a conoscere la verità su Tani e sulla scomparsa di sua moglie, grazie anche ad un'insolita apparizione. Ma le cose sono davvero come sembrano? La paura prende la forma di un forte e ossessivo sentimento che confonde la linea tra realtà e immaginazione.

Tutti questi racconti sono sospesi tra un senso di vero e di magico, tra realtà e sogno; i pensieri, i sentimenti, le emozioni prendono forma e ci trascinano dentro noi stessi e allo stesso tempo nella dimensione reale delle cose, mettendoci di fronte a ciò che veramente ci rende vivi. La forma tangibile di emozioni e sentimenti, lungi dall'essere semplice superstizione, è sempre stata per i giapponesi una realtà assolutamente razionale. Sogno e realtà non si oppongono, ma si compenetrano, comunicano e interagiscono.

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